GENERAZIONE DI FENOMENI
Undici. Come una squadra di calcio. Sono gli alunni di terza media ai quali tengo, per il primo quadrimestre, un corso di Latino per le prime due ore post prandium del lunedì. Un corso al quale ho l’impressione che almeno sei o sette di loro partecipino solo per non fare altri laboratori. Tutto lì. Eppure questi undici sono sintomatici di ciò che ci aspetta per i prossimi anni. Basta esaminarli uno a uno per capire che chi scrive non vede male le cose.
Maria, albanese, è l’unica straniera del gruppo. Non è una cima e non so come mai abbia scelto la lingua latina. Oltretutto è spesso assente da scuola, in virtù di una situazione familiare bizzarra [eufemismo]. Me la vedo sposata a un uomo che la trascurerà, accentuando così quell’aria perennemente malinconica incorniciata su un viso comunque carino.
Elisa, Mara e Francesca sono il tris di oche. Elisa è l’oca giuliva per eccellenza, con la sua camminata a culone in fuori e la risatina stupida che echeggia nell’aula per qualsiasi cazzata venga detta. Una cretina per antonomasia. Mara è l’oca svampita, che pare sempre divorata dalla stanchezza pur non facendo nulla da mattina a sera. Francesca è invece quella che si nasconde meglio e la scopri oca in maniera meno immediata. Me le vedo tutte tre sposate e uomini rozzi e stupidi come loro, destinate a una vita di pettegolezzi da cortile e giornali trash, imbottite di programmi scemi ed elettrici di qualche politico idiota.
Debora e Margherita sono invece le classiche ragazze che vivono di luce altrui. Se la classe ride, ridono anch’esse. Se c’è serietà, loro si adeguano. Paiono alquanto insignificanti e credo sposeranno uomini altrettanto insipidi, che però le renderanno tutto sommato felici, benché all’interno di una vita borghesemente piatta.
Matilde, napoletana verace, sprizza simpatia da tutti i pori e si distingue per il vocione su toni elevati anche quando deve chiedere se può buttare la carta. Ha un buon cervello e credo lo farà fruttare al momento opportuno. La vedo ottima madre di famiglia, sposata a un uomo serio ma passionale, che saprà renderla felice.
Giulia e Federica sono invece le due migliori, sebbene siano completamente diverse. Giulia è la classica intellettuale dissidente, con fare sornione e improvvisi slanci di cultura nei B-movies italiani anni Ottanta (a 13 anni cita Attila di Abantuono). Federica è brillante e solare, ma pure determinata e grintosa; una che ragiona da tedesca, ma ha una simpatia latina: perfetto miscuglio per una brillante carriera lavorativa. In amore mi vedo Giulia eterna single alla ricerca dell’uomo adatto e Federica donna realizzata in posizione dominante rispetto al consorte.
Infine ci sono i due maschi, Alessio e Damiano. Loro sono l’emblema della definitiva sparizione dell’uomo, inteso come maschio, nel mondo occidentale. Pettegoli, effeminati, a volte strilloni e spesso con atteggiamenti che ormai i media hanno sdoganato da tempo. Non so perché, ma li vedo bene a dirigere una maison di moda e magari sposati tra loro…
Quanto sono bastardo! In fondo sono undici tipi simpatici e divertenti!
Musica maestro: The Who, My Generation
Undici. Come una squadra di calcio. Sono gli alunni di terza media ai quali tengo, per il primo quadrimestre, un corso di Latino per le prime due ore post prandium del lunedì. Un corso al quale ho l’impressione che almeno sei o sette di loro partecipino solo per non fare altri laboratori. Tutto lì. Eppure questi undici sono sintomatici di ciò che ci aspetta per i prossimi anni. Basta esaminarli uno a uno per capire che chi scrive non vede male le cose.
Maria, albanese, è l’unica straniera del gruppo. Non è una cima e non so come mai abbia scelto la lingua latina. Oltretutto è spesso assente da scuola, in virtù di una situazione familiare bizzarra [eufemismo]. Me la vedo sposata a un uomo che la trascurerà, accentuando così quell’aria perennemente malinconica incorniciata su un viso comunque carino.
Elisa, Mara e Francesca sono il tris di oche. Elisa è l’oca giuliva per eccellenza, con la sua camminata a culone in fuori e la risatina stupida che echeggia nell’aula per qualsiasi cazzata venga detta. Una cretina per antonomasia. Mara è l’oca svampita, che pare sempre divorata dalla stanchezza pur non facendo nulla da mattina a sera. Francesca è invece quella che si nasconde meglio e la scopri oca in maniera meno immediata. Me le vedo tutte tre sposate e uomini rozzi e stupidi come loro, destinate a una vita di pettegolezzi da cortile e giornali trash, imbottite di programmi scemi ed elettrici di qualche politico idiota.
Debora e Margherita sono invece le classiche ragazze che vivono di luce altrui. Se la classe ride, ridono anch’esse. Se c’è serietà, loro si adeguano. Paiono alquanto insignificanti e credo sposeranno uomini altrettanto insipidi, che però le renderanno tutto sommato felici, benché all’interno di una vita borghesemente piatta.
Matilde, napoletana verace, sprizza simpatia da tutti i pori e si distingue per il vocione su toni elevati anche quando deve chiedere se può buttare la carta. Ha un buon cervello e credo lo farà fruttare al momento opportuno. La vedo ottima madre di famiglia, sposata a un uomo serio ma passionale, che saprà renderla felice.
Giulia e Federica sono invece le due migliori, sebbene siano completamente diverse. Giulia è la classica intellettuale dissidente, con fare sornione e improvvisi slanci di cultura nei B-movies italiani anni Ottanta (a 13 anni cita Attila di Abantuono). Federica è brillante e solare, ma pure determinata e grintosa; una che ragiona da tedesca, ma ha una simpatia latina: perfetto miscuglio per una brillante carriera lavorativa. In amore mi vedo Giulia eterna single alla ricerca dell’uomo adatto e Federica donna realizzata in posizione dominante rispetto al consorte.
Infine ci sono i due maschi, Alessio e Damiano. Loro sono l’emblema della definitiva sparizione dell’uomo, inteso come maschio, nel mondo occidentale. Pettegoli, effeminati, a volte strilloni e spesso con atteggiamenti che ormai i media hanno sdoganato da tempo. Non so perché, ma li vedo bene a dirigere una maison di moda e magari sposati tra loro…
Quanto sono bastardo! In fondo sono undici tipi simpatici e divertenti!
Musica maestro: The Who, My Generation