Monday, March 27, 2006

PASSATO, PRESENTE E ... FUTURO?

Ah, il cinema! Con il grande schermo ho un rapporto altalenante: passo dei mesi ad andarci magari ogni fine-settimana e poi altri in cui non ci entro proprio. Negli ultimi otto giorni però ci sono stato tre, a vedermi tre film citatissimi e, se vogliamo, pure controversi. Il titolo del post non è casuale: le tre pellicole in fondo rappresentano davvero tre diverse realtà temporali.

Il passato è Notte prima degli esami dell'esordiente Fausto Brizzi. Revival anni Ottanta, da molti ridicolizzato come un filmetto da poco e di conseguenza sbertucciato oltre ogni limite. Invece, vi assicuro, cari (e rari) lettori, non è un filmetto demenziale e scemotto, ma un lucido ritratto della mia generazione, quella che tra la fine degli Ottanta e l'inizio dei Novanta ha affrontato un mondo improvvisamente cambiato: la caduta del Muro, la crisi dei partiti in Italia, la tematica ambientale finalmente studiata a dovere, l'avvento di un consumismo becero e la crisi di molti valori. Sembra un film leggero, ma forse lo è per chi non ha avuto diciott'anni in quel periodo, specie per certi adolescenti di oggi, che giocano a fare gli intellettuali e bollano come stupido questo film (ovviamente senza averlo visto e magari preferendogli Amici). Eppure quella generazione di pseudoidioti ha resisitito e continua a resistere, nonostante il perenne precariato nel quale è stata buttata dalla metà degli anni Novanta, giusto alla fine dell'università. Ai ragazzini di oggi, che tanto fanno i fighetti a scuola, vorrei dire solo una cosa: vi aspetto quando sarete trenta-trentacinquenni e poi ne riparliamo.

Comunque nel film recita bene un Giorgio Faletti con pancia abnorme e sguardo triste, in linea con il personaggio che interpreta e non mancano ottimi riferimenti alla sgangherata cultura yuppie di allora (Edoardo Costa è perfetto nella breve parte dell'avvocato testa di cazzo e gasato), a culti come il Subbuteo (ho quasi pianto a vederlo...), ai primi videogiochi e a certe canzoni pop che, chissà perché, ancora oggi sopravvivono con grande dignità.

Il presente è invece Syriana di George Clooney, che, visibilmente ingrassato, recita pure la parte di un agente a stelle e strisce in Medio Oriente. Controverso e non facile da capire nella prima parte, il film pian piano si costruisce attraverso un incastro di persone e situazioni, ma sempre con ritmi piuttosto lenti, anche nei momenti clou. Chiaro l'attacco di Clooney al governo USA e alla sua politica estera, come altrettanto lampante è l'astio verso il regime saudita, diviso tra il Corano e i petrodollari. Non stupisce dunque che il finale sia riservato al martirio di due giovani integralisti islamici, caduti nella rete dopo un licenziamento di massa da parte di una società americana in Iraq.

Un film da vedere assolutamente, anche per cogliere piccole sfumature negli sguardi dei boiardi americani e nei gesti di questi "mastini della guerra", che antepongono il loro profitto a ogni cosa. Un po' sottotono appare solo Matt Damon, relegato però a un ruolo secondario.

Infine ecco Il Caimano ovvero il futuro, sperando che il pauroso finale non sia davvero quello che ci attende tra poco. Infatti quel ghigno demoniaco con cui Nanni Moretti si allontana con le fiamme della rivolta antigiustizia nell'ultima scena, apre scenari inquietanti su quello che potrebbe essere il nostro paese se davvero chi ci governa finora dovesse perdere le elezioni: scatenare contro i giudici e le sinistre una ribellione popolare con effetti imprevedibili.

L'attesa pellicola di Nanni Moretti in realtà parla solo marginalmente del capo del governo e si basa sulla vicenda personale e umana di Bonomo, un produttore cinematografico (un eccellente Silvio Orlando) in crisi di idee e soldi, al quale viene proposta una sceneggiatura (appunto Il Caimano), chiaramente ispirata a Berlusconi e alla sua ascesa imprenditoriale e politica. Bonomo intanto passa attraverso una separazione, le banche che lo inseguono, attori che gli danno buca all'ultimo istante e problemi assortiti, ma decide di girare il film fino all'ultima, memorabile sequenza. Silvio Orlando umanizza alla perfezione il suo personaggio, specie nel rapporto intensissimo con i figli.

Non resta che vedere come andrà. Sperando che dal 10 aprile l'Italia abbia un premier diverso...

Musica maestro: Francesco De Gregori, Viva l'Italia.

Wednesday, March 15, 2006

WEIMAR, ITALIA.

Conoscete il signor Giovanni Pinnenberg? E la signora Emma Mörschel (nota anche come "Ciuffetto")? Non li conoscete? Male. Imparate a conoscerli attraverso il romanzo di Hans Fallada, E adesso, pover'uomo?, pubblicato nel 1932 e diventato uno dei capolavori della letteratura tedesca tra le due guerre.

La vicenda è semplice: Giovanni, impiegato celibe e viveur, combina il fattaccio con Emma, figlia-serva di una famiglia operaia caratterizzata da una madre volgarissima, un padre-padrone e un fratello ancor più arrogante dei genitori. Giovanni ed Emma si sposano in civile e devono fare i conti con una realtà quotidiana fatta di lavori sempre incerti e mal retribuiti, di ricatti morali da parte del padronato, di pseudotruffatori, di arricchiti e di gente che si arrangia alla meglio. Sullo sfondo di questa variopinta folla si muove una Germania appena uscita dalla crisi del 1929 e in cui il nazionalsocialismo sta prendendo piede in maniera preoccupante.

Fallada però preferisce insistere sul dramma umano della coppia di protagonisti e lo fa con uno stile fatto di periodi brevi, molto umorismo e una narrazione velocemente ritmata e molto vicina a scrittori come Döblin, mentre riserva solo brevi accenni alla situazione storico-politica del tempo, limitandosi a far comparire i termini "comunista" e "hitleriano" solo nelle discussioni tra compagni di lavoro.

Eppure, leggendo questo romanzo, la repubblichetta di Weimar e le vite stesse dei protagonisti, in cui gioventù e precariato sono tutt'uno, somigliano tanto all'Italia attuale. Pensate alle analogie: il carovita, anche per gli alloggi; la riconversione del marco, che tanto ricorda quella dalla lira all'euro per le implicazioni economiche; i loschi figuri, stile "furbetti del quartierino"; la coppia di giovani sposi che non ha alcuna prospettiva.

Troppe (e spaventose) coincidenze...

Musica maestro: Modena City Ramblers, Quarant'anni.