Thursday, October 13, 2005

HOUELLEBECQ E L'ISOLA POSSIBILE.

Parliamo di libri? In fondo è una delle poche cose che so fare, almeno quando ne ho voglia. In certi momenti è l'unica cosa che so fare. Mi accorgo di essere sempre più un incapace, nelle piccole e grandi circostanze. Allora diventa provvidenziale il tuffo in quei deliziosi parallepipedi cartacei, posare l'occhio sull'interminabile mole di parole e righe che ricoprono le pagine bianche e abbandonarsi alla lettura.

Quindi arrivi al finale. E cominci a rimuginare sul libro appena chiuso, a vedere se qualcosa davvero ti è rimasto dentro o se era solo un innocuo passatempo. Innamoramento o semplice scopata, giusto per dirla in termini più consoni alla mia volgarissima personalità?

Potrei azzardare un innamoramento. La possibilità di un'isola mi è rimasto impresso e credo mi rimarrà per molto. C'è il solito stile di Houellebecq: pagine di sesso al limite della pornografia, pessimismo sulla realtà contemporanea e una cornice fantascientifica che non guasta, anzi inquieta maggiormente.

Eppure, leggendolo, ogni tanto ti senti qualcosa nello stomaco. Ti immagini davvero come potrebbe essere tra circa due millenni una Terra totalmente devastata da catastrofi ecologiche e guerre termonucleari (a proposito, da tempo cinema e libri paiono trascurare questo scenario bellico), con una popolazione di poco più di mezzo miliardo di selvaggi, dediti a indescrivibili riti sociali, non ultimo il cannibalismo, tra le rovine di una civiltà che fu. E poi questi neoumani-cloni senza sentimenti, macchine dai meccanismi biologici pressoché perfetti, che comunicano solo tramite la rete. Uomini e donne che vivono isolati in appartamenti-fortezze, che quando muoiono vengono subito rimpiazzati da un clone. Tecnologia e preistoria. Neoumani beati nella loro vita contemplativa e umani violentemente selvaggi.

Forse ci vorranno molto meno di due millenni per finire così. Forse basteranno poche decine di anni. Forse stiamo già finendo così.

Peccato solo per quel finale in cui il clone narrante, in una Madrid devastata da bombardamenti nucleari parecchi secoli prima, riesce a trovare intatto un palazzo e persino alcune insegne stradali. Va bene l'invenzione, ma che dopo secoli di bombardamenti, catastrofi e usura del tempo si leggano ancora delle insegne pubblicitarie, pare una forzatura evitabile...

In compenso c'è una chicca sfiziosa: ad un certo punto si cita, per parlare della decadenza dell'umanità, quella scrittrice italiana diventata famosa per aver raccontato le sue esperienze sessuali promiscue. Indovinate a quale pseudoscrittrice potrà mai riferirsi?

Musica maestro: Francesco Guccini Don Chisciotte

5 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ciao Massimo,
leggendo la recensione ho capito cosa mi lega a te. O almeno una delle tante cose che mi lega a te. La passione per i libri. Smisurata. E compulsiva. E la tua dote di recensirli in questo modo splendido.
Aggiungi poi che la canzone di Guccini che citi è una delle mie preferite. Non fosse perchè io mi sento, alternativamente, Don Chisciotte e Sancho Panza.
Un secondo abbraccio,
Elisheba

1:32 AM  
Anonymous Anonymous said...

splendida questa recensione, Massimo ...proprio bella!
se mi leggi , troverai un post speciale...con un grazie for you !!!...
thanks , teacher... le tue riflessioni al mio blog sono molto gradite ...1 kiss e buon sabato e domenica erica

1:01 PM  
Anonymous Anonymous said...

Bella e garbata recensione, come sai fare tu...
Il libro non l'ho letto...cercherò di procurarmelo ma prima devo terminare i quattro libri che sto leggendo...
Spero tu stia un po' meglio, anche se le notizie dal mondo della scuola non sono per niente rincuoranti...anzi...
Baci&Abbracci.
x1120

9:41 AM  
Anonymous Anonymous said...

meraviglioso...come sempre...

saràper caso Melissa P.con cento colpi di frusta...ehm...spazzola...

ma forse no, nopn è mica una crittrice lei...mumble mumble...

6:50 AM  
Anonymous Anonymous said...

Vedo che l'infamante libraccio della Melissa P. è piuttosto celebre anche in traduzione...
Che tristezza...
Un bacione prof., e scusa per l'inaspettata sorpesina (?)

9:41 AM  

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