Tuesday, July 04, 2006

IL PAESE REALE.

Ti capita una mattina di inizio luglio di recarti all'ufficio postale per un pagamento. Ti capita di trovare una marea di signore e signori non più giovani che in fila aspettano i contanti della loro pensione. Ti capita dunque di fare una ventina di minuti in coda (tanto il tempo non ti manca, da buon prof cazzeggiante). Ti capita di origliare, volente o nolente, i loro discorsi. Ti capita di comprendere benissimo quanto dicono, perché parlano nel dialetto locale e tu lì ci sei nato e vissuto.

Nonostante sia la mattina che introduce all'attesa per Germania - Italia, uomini e donne parlano d'altro, perché forse del calcio di oggi poco o nulla importa, specie al gentil sesso. Si discute di immigrati, di piccole frazioni e paeselli collinari in cui vecchie case sfitte sono occupate da lavoratori stranieri: India, Maghreb, Europa Orientale e Golfo di Guinea sono i principali "fornitori".

Per quanto opinabili, i discorsi di queste persone ti inducono a riflettere. La signora che dice di aver paura ad uscire la sera sulla piazzetta del paese, perché ci sono gli ubriaconi albanesi che spadroneggiano e nessuno fa nulla. L'altra signora che racconta di aver chiesto al brigadiere come mai non controllino se sia o meno in regola il permesso di soggiorno dei vicini maghrebini e di essersi sentita rispondere che i Carabinieri vanno lì per controllare, ma di fronte ai coltelli di quelli là non possono certo sparare. Un uomo rammenta di un amico che in Libia, dove lavorava come tecnico per una società americana (sempre 'sti cazzo di yankees... [n.d.r.]), gli han tolto subito il passaporto, così non poteva tanto muoversi, e la stessa cosa dovrebbero farla con chi vien qui da noi. Infine un secondo signore distingueva tra Indiani e neri che son bravi e gentili, oltre che lavoratori, e gli altri che son mezzi delinquenti.

Parole che esprimono scoramento e insicurezza, opinabili finché si vuole, ma forse comprensibili da parte di una generazione che in pochi anni ha visto cambiare completamente (e non sempre in meglio), il proprio piccolo mondo che pareva immutabile. Parole che sembrano una richiesta di aiuto, probabilmente frutto di qualche brutta esperienza accaduta e non certo di diffidenza congenita, checché se ne dica della gente di questi minuscoli centri abitati.

Qualche mese fa Prodi, riferendosi alla Francia e all'esplosione della banlieue parigina, disse che in Italia si rischiava una cosa simile nelle periferie metropolitane. Lo tacciarono di essere un allarmista, ma occorrerebbe ritornare su quelle dichiarazioni e rifletterci un po'.

Magari estendendo il discorso anche alle realtà piccole e meno evidenti agli occhi dell'opinione pubblica. Magari invitando i parlamentari a farsi più spesso qualche giro tra gli sportelli ospedalieri e postali, prestando orecchio ai discorsi di quel "popolino" vituperato, ma sempre utile quando si tratta di andare alle urne. Magari approfondendo la questione dell'integrazione partendo dal territorio e non da un improduttivo parlamento.

Un tuffo nel paese reale, prima che sia davvero troppo tardi...

Musica maestro: Ska-P, Como me pongo.

1 Comments:

Blogger Volpino Gänsfleisch zur Laden zum Gutenberg said...

Ci sarebbero molte cose da dire in proposito... la prima è che se la sinistra ha perso consensi nelle classi che le "competono" è proprio per aver abbandonato la società reale , la strada... e le classi per così dire più proletarie preferiscono chi parla alla pancia di chi parla alla mente in modo piuttosto vago e saccente... sull'immigrazione... è difficile accettare le intromissioni nel micromondo che ci siamo creati nelle nostre vite... ad ogni modo io penso che l'immigrazione sia un valore aggiunto che nessuno vuole farci accettare che i media contribuiscono a rendere malvisto , sottolineando che le caceri sono piene di extracomunitari non sottolineando il fatto che queste sono le categorie meno protette... mettendo in risalto i crimini della categoria che è la più svantaggiata piuttosto che i crimini dei tanti delinquenti italiani... tralasciando lo sfruttamento di cui gli immigrati sono vittime... le banlieu non sono tanto lontane... e nelle grandi città non sono composte solo da immigrati. ciao max

4:46 AM  

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