Monday, June 12, 2006

MOTIVAZIONI VALIDE.

Lo confesso: anch’io, come non pochi abitanti della gaudente penisola, tifavo per il Ghana, così come tiferò per qualsiasi avversaria dell’Italia, compresi gli odiosi e imperialisti Stati Uniti. Non ci riesco, specie in questi ultimi anni. Avevo tifato sinceramente Italia ai Mondiali del 1998 e agli Europei del 2000, perché comunque stimavo personaggi sobri come Cesare Maldini e Dino Zoff, personaggi schivi e poco inclini al divismo, non come Lippi, allenatore sopravvalutato e personaggio francamente antipatico. Il mio tifo per tutti tranne che per l’Italia si può spiegare con alcune motivazioni.

Il branco di fighetti. Avete notato che solo i calciatori italiani, ad eccezione del celebrato David Beckham, vanno in campo come se fosse una sfilata di moda? Pare che siano passati dal parrucchiere nell’attimo prima di entrare in campo, con i capelli lunghi e ingellati e i cerchietti. Insomma: undici calciatori o un branco di effeminati? Germania o Porto Cervo?

La questione etica. Trovo assurdo che un calciatore, invece di farne motivo di orgoglio, veda la partecipazione a un Mondiale come un intoppo alle vacanze e quindi pretenda lucrose prebende per vestire la maglia della Nazionale. I premi andrebbero corrisposti solo in caso di semifinale: ogni turno superato in precedenza deve essere considerato come un dovere verso la nazione che si rappresenta.

Il rischio tabula rasa.
In piena Calciopoli, il rischio di un’amnistia generale anche nel pallone, in caso di vittoria italiana, è altissimo. Sarebbe l’ennesima beffa per un Paese che al calcio ha già dato troppo, ricevendo ben poco in cambio. Senza contare l’orgia di politici e giornalisti pronti a dire che loro hanno sempre tifato Italia. Del resto siamo un popolo incline a salire sul carro del vincitore fin dalla discesa di Carlo D’Angiò.

I vandali in festa. Addio quiete, se mai ce ne fosse, di fronte a un’eventuale vittoria finale. Vi immaginate quanti teppisti urbani approfitteranno dei festeggiamenti per sfogarsi in una quasi totale impunità? Le feste di popolo, specie in ambito sportivo, sono la cosa più volgare e rozza che esista.

I nostri soldi. Vi rendete conto che la spedizione italiana in Germania consta di ben settantuno (71) persone? I calciatori sono soltanto ventitré, poi c’è lo staff tecnico e infine una lista interminabile di addetti a tutto: dall’addetto stampa all’addetto ai rapporti con l’uccellino di Del Piero. E poi ci rompono il cazzo con la spesa sociale!

Cose personali. Io odio Lippi! Non l’ho mai sopportato neppure nell’anno in cui allenava la “mia” Inter, perché è irritante con quel modo di porsi: sgarbato e insofferente a ogni domanda, tranne ovviamente quelle ruffiane. Inoltre nutro una notevole dose di antipatia verso Totti, Del Piero, Pirlo e Nesta, giocatori mediocri ma eccessivamente esaltati dai nostri media. Senza contare gli insopportabili Cannavaro, Buffon, Gattuso e Camoranesi, ovvero persone in grado persino di negare l’evidenza di un sistema marcio da cima a fondo.

Le stronzate. L’ultima assurdità l’hanno detta i soliti economisti: la vittoria al Mondiale sarebbe una manna dal cielo per la nostra asfittica economia. Come se un’Italia campione del mondo convincesse i nostri industrialotti a riaprire le fabbriche esportate da tempo nel Terzo Mondo…

Comunque sia... vaffanculo, Italia calcistica!

Musica maestro: Johannes Pachelbel, Canone