Sunday, November 13, 2005

NAUSEA DA HARING.

Titolo strano, vero? Specie per un adoratore dell'arte. Solo che a volte capita. Capita di andare a vedersi una mostra celebrata, trovarla ottimamente organizzata dal punto di vista strutturale, ma di uscirne con un senso di pesantezza per le opere esposte, stranamente per la quantità più che per la qualità.

Ieri è accaduto proprio questo, in occasione della visita alla rassegna The Keith Haring Show alla Triennale milanese, e mi fa piacere che Sabrina, Marcello, Mirella e Raffaella, i miei quattro compagni d'avventura, ne abbiano tratto più o meno la medesima impressione.

Il problema è sostanzialmente uno: Haring è un artista da prendere a piccole dosi. Può piacere per l'immediatezza del segno e la capacità di affrontare temi duri attraverso un'arte dissacrante. Può piacere, a tutte le età, per la vivacità cromatica che conferiscono le vernici fosforescenti usate in alcune opere. Può piacere per i riferimenti a una tradizione artistica che spazia dai misteriosi disegni di Nazca alla (in)civiltà contemporanea passando per quel mostro sacro che risponde al nome di Bosch. Peccato che alla fine appaia stucchevole, che a metà del percorso espositivo lo spettatore cominci a non poterne più di figure e simboli che tendono a ripetersi all'infinito. Soprattutto si nota come, dai primi tratti in semplice gesso bianco fino alle opere della seconda metà degli Ottanta, Haring arrivi a riempire sempre più lo spazio disponibile attraverso ogni genere di segni, una sorta di necessità di eliminazione del vuoto. Per questo alla fine prevale davvero un senso di nausea. Attenzione: nausea, non disgusto. Non sono i temi affrontati a stancare, semmai la ripetizione portata all'eccesso.

Metteteci poi l'insulso spottone Chrysler alla fine, in omaggio a chi ha cacciato il grano per promuovere la mostra, e dalla nausea a un conato il passo è breve.

PS Ho riletto velocemente il post. Mi fa cagare e non credo neppure di aver reso adeguatamente le mie impressioni. In fondo ho sempre avuto un congenito difetto di incomunicabilità.

Musica maestro: Gianluca Grignani, La fabbrica di plastica.

10 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ho visto qualcosa di Haring a New York l'anno scorso, e concordo col fatto che va preso a piccole dosi... dopo un pò stanca (o come hai detto tu) fa venire la nausea...

Saluti da colei che vorrebbe essere in california ora e non nella Pianura padana

3:38 AM  
Blogger Volpino Gänsfleisch zur Laden zum Gutenberg said...

Ci faccio la figura dell'ignorante ma di Haring non conosco assolutamente niente... così ora mi faccio un giro su internet per trovarne qualcosa e farmi un'idea... buona giornata prof!

4:47 AM  
Blogger Unknown said...

Ma va, hai reso benissimo l'idea! Peccato.. mi sa che allora rinuncerò a vederla!

Liz

5:20 AM  
Anonymous Anonymous said...

Apparte che il post rende, invece...
Essendo un'amante di Haring, comprendo alla perfezione.

7:11 AM  
Anonymous Anonymous said...

Non amo la pop-art e nemmeno Haring (sono scelte di gusto...) però il tuo post rende...eccome!
Io stra-vedo (e lo sai) per gli artisti che coprono il periodo metà Ottocento primi del Novecento, in particolare gli stranieri.
Sono "vecchiotta" per amare la pop art ;-)

ps. notizia importante: da martedì torno a fare la prof, ho ricevuto una nomina in un Ist. d'Arte. Mah! Vedremo...
Baci.
xx1120

8:50 AM  
Anonymous Anonymous said...

E io che non vedevo l'ora di leggere la tua recensione per costringere chi sai tu a portarmi in quel di Milano...Quindi capisco dal Post che non è il caso io usi tutta la mia ars seduttiva (ma, forse meglio dire ars oratoria) per convincere R. ad andare alla mostra. Un vero peccato, perchè a me piace molto Haring! Però dai, tu sei il mio critico preferito e quindi adoro anche le tue stroncature!
Baci, Elisheba

7:46 AM  
Anonymous Anonymous said...

meglio tante che poche prof...^_*

8:50 AM  
Anonymous Anonymous said...

splendido anche questo post , anche se non ho la più pallida idea di chi sia Haring... magari l'avrò anche visto in qualche museo americano ma sai , io adoro gli Impressionisti e i Preraffaelliti....
e rende bene l'idea di come fanno ... schifo certe mostre mal organizzate , proprio da nausea!

il tuo posto post , la coda finale, non era proprio necessaria , sai ... xchè devi sminuire il tuo pensiero base, qualunque esso sia?
ricordati che il blog è tuo e se a noi non dovesse piacere , non lo leggeremmo ...!!!!
ma visto che ci piace, continuiamo a leggerti e a scriverti i nostri commenti personali...
ciao prof , un abbraccio
e ...w le prof... !
1 grazie , se Massimo mi permette, ma lui è un angelo e permette di sicuro, a chi, come Massimo, ha letto il mio blog e mi ha ...postato ...

1:04 PM  
Anonymous Anonymous said...

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10:29 AM  
Anonymous Anonymous said...

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10:30 AM  

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